Lisi di aderenza laparoscopica
1. Cosa sono? Quali sono i sintomi?
Ogni stimolo infiammatorio all’interno della cavità addominale determina la produzione, da parte del peritoneo, di una serie di sostanze chimiche. Lo scopo è quello di proteggere l’intestino e l’intero organismo dall’infezione, contenendola all’interno di una barriera.
Questo avviene anche dopo un intervento chirurgico. La sostanza in questione si chiama fibrina, e determina la formazione di una specie di ragnatela che imprigiona le anse intestinali e ne rende difficile il movimento.
Questa difficoltà motoria determina dolore, che spesso ha sempre la stessa sede, aumenta dopo i pasti, viene aggravato da certi movimenti: a questo spesso si accompagna difficoltà all’evacuazione, stitichezza, evacuazioni dolorose, grande quantità di gas intestinale per fenomeni fermentativi. Possono essere presenti anche episodi di vomito od al contrario episodi di diarrea.
La qualità di vita dei pazienti con aderenze intestinali è spesso bassa, per le limitazioni legate al dolore ed ai disturbi digestivi, che spesso vengono classificati come psicosomatici od addirittura psichiatrici.
La difficoltà motoria dell’intestino può diventare totale, ed allora si parla di occlusione intestinale o di volvolo, entrambe patologie gravissime e potenzialmente mortali, che richiedono un trattamento chirurgico d’urgenza.
La sindrome aderenziale è responsabile anche di molte patologie ginecologiche quali mestruazioni dolorose, dolore durante i rapporti e soprattutto sterilità o gravidanze extrauterine ripetute.
1.2 Come si diagnosticano?
La diagnosi di aderenze è soltanto clinica, cioè basata sulla visita de paziente, sulla descrizione della sintomatologia e sulla distribuzione del dolore. Infatti la maggior parte degli esami diagnostici può solo fare sospettare una sindrome aderenziale. Alcuni di essi, se effettuati durante la fase acuta, possono anche dimostrare la presenza di un restringimento, ma non sono in grado di descrivere quanto la patologia sia estesa. La TAC, la radiografia diretta dell’addome e l’enteroRM sono gli esami più diffusi; in alcuni casi anche la colonscopia o la videoendoscopia (con videocapsula) possono essere di una certa utilità.
In alcuni casi la sindrome aderenziale può essere aggravata da una occlusione intestinale o da un volvolo, con una sintomatologia molto evidente e caratteristica.
1.3 Come si curano?
I tentativi di risolvere le soluzioni aderenziali complesse con farmaci sono stati molteplici nel tempo, ma tutti completamente infruttuosi. Anche il lavaggio del peritoneo con varie sostanze chimiche che prevenissero la formazione delle aderenze non ha dato mai risultati. Sono stati utilizzati i presidi più disparati, compreso l’olio di oliva sterilizzato.
La soluzione di questa patologia è sempre chirurgica e consiste nella sezione delle aderenze stesse e nella liberazione dell’intestino imbrigliato.
Purtroppo i pazienti che abbiano una sindrome aderenziale e ne siano stati operati tendono a formare nuovamente le aderenze ed a breve distanza presentano, nell’80% dei casi, una nuova sintomatologia dolorosa. Il problema è così frequente che il 3% dei ricoveri ospedalieri globali è costituito da complicazioni di sindromi aderenziali.
1.4 La chirurgia laparoscopica
La chirurgia laparoscopica ha parzialmente invertito questa tendenza, in quanto le aderenze si riformano, secondo la letteratura internazionale, solo nel 20% dei casi.
Infatti uno dei vantaggi della chirurgia laparoscopica è l’assenza di contatto del peritoneo con i contaminanti ambientali presenti nell’aria (polveri, batteri, talco dei guanti, ecc.); questo riduce lo stimolo irritativo e riduce la secrezione di fibrina; a ciò va aggiunto il fatto che non arrestandosi la peristalsi, l’intestino continua a muoversi anche nel postoperatorio, evitando di essere imbrigliato nelle aderenze stesse.
L’intervento si esegue generalmente con tre piccoli forellini attraverso cui si sezionano tutte le aderenze, liberando completamente l’intestino. Generalmente il decorso è molto breve ed il dolore è limitato od assente.
Comunque il paziente dovrà attenersi ad un comportamento alimentare che riduca l’assunzione di fibre grossolane, spesso causa di fenomeni subocclusivi, e di alimenti fermentanti, che provocano coliche gassose.