LASER AD
CALCOLOSI URINARIA
cura della “Calcolosi Urinaria” diretto dal Dott. Alfonso Carluccini.
LA TERAPIA CHIRURGICA E
LE STRATEGIE MININVASIVA
Laser ad Olmio 120 WATT: la rivoluzione
La terapia chirurgica della calcolosi urinaria è profondamente cambiata negli ultimi venti anni grazie all’evoluzione tecnologica sia degli strumenti chirurgici che della fonte energetica utilizzata.
L’energia che consente di frantumare i diversi calcoli sono diverse:
- balistica,
- ultrasonica
- laser
Presso lo Stone Center della Nuova Clinica Annunziatella disponiamo di un laser a OLMIO che sviluppa una potenza massima di 120 WATT e che consente non solo di frantumare il calcolo ma anche e soprattutto di polverizzarlo con la tecnica “dusting”. Grazie a questa caratteristica si riduce in modo significativo la possibilità di produrre, durante la procedura, frammenti litiasici multipli che difficilmente vengono espulsi spontaneamente. Questa tecnica dunque riduce le possibili complicanze postoperatorie.
Tale tecnologia ha inoltre garantito di ampliare l’indicazione chirurgica consentendo di utilizzare tecniche mininvasive anche per calcoli urinari di grandi dimensioni. La chirurgia mininvasiva ha l’obiettivo di bonificare completamente le vie urinaria dall’incluso litiasico garantendo la risoluzione dei sintomi e riducendo le possibili recidive nel tempo.
LA CALCOLOSI DELL’APPARATO URINARIO
La calcolosi dell’apparato urinario rappresenta una patologia la cui incidenza è in costante aumento.
Questa patologia dell’apparato urinario colpisce dal 5 al 10% della popolazione adulta, con circa 3.000 nuovi casi per 100.000 abitanti/anno in Italia, ed è responsabile del 3-5% di tutti gli accessi giornalieri al Pronto Soccorso.

Inoltre, i pazienti che hanno sviluppato tale patologia hanno una tendenza alla recidiva del 30% entro cinque anni.
Tali numeri indicano, dunque, quanto tale malattia sia frequente e impegni il paziente e il medico in un percorso che non deve essere esclusivamente legato alla risoluzione del momento “acuto” ma anche impostato su un concetto di prevenzione.

Inoltre, i pazienti che hanno sviluppato tale patologia hanno una tendenza alla recidiva del 30% entro cinque anni.
Tali numeri indicano, dunque, quanto tale malattia sia frequente ed impegni il paziente ed il medico in un percorso che non deve essere esclusivamente legato alla risoluzione del momento “acuto” ma anche impostato su un concetto di prevenzione.
DIAGNOSI
DIAGNOSI CLINICA CALCOLOSI RENO-URETERALE
La presenza di un calcolo può determinare dei disturbi di varia entità che, se non trattati adeguatamente, possono determinare un danno della funzione renale.
Dal punto di vista clinico la presenza di un calcolo urinario può essere rilevata o almeno sospettata in caso di:
- Macro o microematuria (macro quando il quantitativo di sangue nelle urine è tale da modificare il colore delle stesse, mentre si definisce microematuria quando il quantitativo non modifica il colore delle urine e si diagnostica con esame delle urine);
- Infezione delle vie urinarie con quadro di febbre urinaria;
- Dolore: solitamente a livello del fianco, di tipo gravativo;
- Colica reno-ureterale e ureteroidronefrosi: dolore acuto, violento, di solito localizzato a livello del fianco con irradiazione anteriore lungo la proiezione dell’uretere (emiaddome corrispondente) verso l’inguine, i genitali e la parte interna della coscia.
- Possono coesistere sintomi neurovegetativi (nausea, vomito) e disturbi minzionali (bruciori, ematuria, aumentata frequenza minzionale). Questo quadro clinico è dovuto al passaggio di un calcolo, che può anche essere di minuscole dimensioni (renella), dal rene nell’uretere.
DIAGNOSTICA STRUMENTALE CALCOLOSI
Per eseguire una corretta diagnosi di calcolosi urinaria è fondamentale avvalersi delle tecniche strumentali che risultano indispensabili sia per la diagnosi che per eseguire eventuali procedure chirurgiche. Tra le metodiche di primo livello, utilizzate sia durante la fase acuta che per il follow-up della malattia annoveriamo:
Rx Diretta Addome
La sensibilità e la specificità di tale indagine diagnostica sono riportate rispettivamente fra il 59-64% ed il 71-77% che presenta una minore accuratezza diagnostica rispetto ad altre metodiche a causa di:
- limiti della metodica a identificare calcoli poco o non radiopachi;
- limiti risolutivi legati alle dimensioni del calcolo (scarsa visualizzazione al di sotto dei 4 mm);
- mascheramento a causa del meteorismo intestinale o di sedi critiche (es. ossa del bacino);
- inoltre non offre la certezza che l’immagine calcifica localizzata sia di pertinenza delle vie urinarie (linfonodi calcifici, fleboliti).
Ecografia
TC addome pelvi
Uro TC
L’indagine consiste nell’esecuzione di un normale esame TC dell’addome sfruttando la fase precoce di impregnazione per lo studio dei reni e della vescica, e la fase di eliminazione dai 5 ai 10 minuti dopo l’iniezione di mdc. Ha il vantaggio di non richiedere la preparazione intestinale; tramite questa metodica è possibile valutare anche eventuali patologie extraurinarie e studiare la componente vascolare renale (Angio-TC). I limiti consistono essenzialmente nel maggior costo e nella maggiore esposizione alle radiazioni.
TERAPIE
Lo sviluppo delle tecniche di litotrissia extracorporea e la disponibilità di strumenti endourologici ha notevolmente influenzato la scelta terapeutica del trattamento della calcolosi urinaria.
Negli ultimi decenni si è assistito al quasi completo abbandono delle tecniche chirurgiche “open” a favore di interventi “minimamente invasivi”.
Attualmente, la litotrissia extracorporea con onde d’urto (ESWL), la ureterorenoscopia laser (URS o RIRS), la litotrissia percutanea (PCNL) e la chirurgia open/laparoscopica rappresentano le possibili tecniche utilizzabili per la risoluzione del quadro clinico.
La scelta terapeutica si basa su diversi fattori che riguardano il tipo di calcolosi da trattare (sede, dimensione, composizione chimica), presenza di quadri complicanti (idronefrosi e febbre) ma anche e soprattutto caratteristiche del paziente (presenza di malattie concomitanti). Per tali motivi la gestione del paziente non può prescindere dalla corretta applicazione delle Linee Guida Urologiche più attuali, ma anche da una valutazione collegiale del Team Medico dedicato.