Intervista al Professor Marco Maria Lirici su: LA OBESITÀ PATOLOGICA
Cosa si intende per obesità patologica?
Per obesità patologica si intende una condizione di aumento di peso tale da rappresentare di per sé una vera e propria malattia. Si definisce obeso patologico il soggetto che abbia un Indice di Massa Corporea (BMI in inglese) uguale o superiore a 40 kg/mq o un soggetto con BMI superiore o pari a 35 kg/mq con associate patologie che spesso si accompagnano all’eccesso di peso come le apnee notturne, la cardiopatia, l’ipertensione, il diabete, le dislipidemie, le artropatie: un corollario di condizioni morbose che nel loro insieme definiscono il complesso quadro della sindrome metabolica. Nondimeno è stato documentato che l’incidenza di tumori in questa categoria di persone è superiore sino a 4 volte rispetto ai soggetti normopeso mentre l’aspettativa di vita è ridotta almeno del 10%.
Anche in Italia la obesità rappresenta un problema sociale come in altri paesi quali gli Stati Uniti o il Regno Unito?
In Italia la prevalenza della condizione di obesità (I-II-III grado), quindi non solo la obesità patologica che è la forma più grave di obesità, è del 10%. Le regioni a più elevata incidenza risultano essere il Molise, la Basilicata e la Calabria con una variabilità fra regione e regione che oscilla tra l’8-9% e l’11-12%. Questo significa che l’Italia conta circa 6 milioni di obesi dei quali circa il 20% risulta essere obeso patologico o avere una condizione di obesità di I grado associata a Diabete Mellito di Tipo II.
Quale il trattamento più indicato in caso di Obesità Patologica?
Nell’ambito della categoria degli obesi di III grado o II grado con comorbidità si è visto che la terapia attualmente più efficace in termini di mantenimento della perdita di peso non è un trattamento medico bensì quello chirurgico.
Tutti gli interventi chirurgici per il trattamento dell’obesità si avvalgono oggi delle tecniche laparoscopiche, evitando, quindi, grosse incisioni addominali, che nel soggetto obeso sono spesso gravate da infezioni della ferita e da ernie incisionali postoperatorie.
Quali interventi vengono normalmente eseguiti?
Gli interventi di chirurgia bariatrica si dividono in tre grandi categorie: malassorbitivi, restrittivi e funzionali o misti. I primi sono in genere riservati ai super-obesi e comportano un elevato grado di malnutrizione, vengono effettuati molto raramente, non solo in Italia ma in tutto il mondo per le conseguenze che possono comportare, seppure in alcuni casi sono gli unici interventi che riescono ad avere un successo duratura (appunto nei super-obesi).
Gli interventi più praticati in tutto il mondo sono invece gli interventi appartenenti alle altre due categorie e nella fattispecie la sleeve gastrectomy nell’ambito degli interventi restrittivi e il mini-gastric bypass e il bypass gastrico su ansa alla Roux per quanto riguarda gli interventi funzionali.
La sleeve gastrectomy è l’intervento di chirurgia bariatrica più eseguito in Europa. E’ indicata principalmente per obesi patologici con BMI inferiore a 50 kg/mq, non “sweet-eaters” (mangiatori di dolci), né bulimici compulsivi. Questo tipo di intervento consiste in un restringimento dello stomaco che consentirà al soggetto di raggiungere un senso di sazietà più precoce con uno stimolo alla fame molto ridotto. A volte viene eseguito in super-obesi come primo tempo di un successivo intervento malassorbitivo, rendendolo, dopo parziale dimagramento, meno indaginoso da eseguire.
Il by-pass gastrico su ansa alla Roux è l’intervento bariatrico più eseguito negli Stati Uniti d’America e nel Regno Unito ed è procedura restrittiva con una minore componente malassorbitiva (per questo è considerato anche un intervento misto). Restrittivo perché lo stomaco funzionale è ridotto a una piccola tasca. Malassorbitivo perché il tratto digestivo corpo-antro gastrico e duodeno viene bypassato collegando la tasca gastrica direttamente all’intestino tenue, riducendo così le capacità di assorbimento del cibo ingerito. Questo intervento viene generalmente eseguito in tutti i soggetti con un BMI maggiore o uguale 50 Kg/mq, negli sweet eaters e anche nei soggetti obesi affetti da diabete mellito.
In definitiva si può affermare che come non esiste una sola tipologia di obeso, allo stesso modo non esiste un unico tipo di intervento chirurgico né un intervento migliore di un altro. Esiste soltanto l’intervento migliore per il singolo paziente.
Ha accennato al diabete associato alla obesità…
In questo caso parliamo non tanto di chirurgia bariatrica ma di chirurgia metabolica. Infatti, eseguiamo interventi anche in caso di obesità di I grado (quella condizione in cui l’Indice di Massa Corporea si trova tra 30 e 34,9 Kg/mq) se associata al diabete mellito di tipo II. Si è visto che in una gran parte dei casi trattati con interventi bariatrici il diabete passa o è molto più controllabile con la terapia farmacologica.
Dobbiamo ricordarci che tutti gli interventi per obesità non solo fanno dimagrire ma nel caso di patologie associate, fanno scomparire anche queste o le rendono molto meno gravi e più facilmente trattabili farmacologicamente. Sto parlando non solo del diabete ma anche della ipertensione, delle apnee notturne, delle dislipidemie etc.