Emorroidi
1. Emorroidi
Le emorroidi costituiscono la patologia anale più frequente, tanto che si stima colpiscano almeno una volta nella vita circa il 90% della popolazione. In realtà i sintomi caratteristici di questa malattia sono comuni a diversi disturbi proctologici, spesso erroneamente etichettati come emorroidari.
Per questo motivo la diagnosi di emorroidi spetta esclusivamente ad un medico, che dev’essere preventivamente contattato per assicurarsi che sintomi apparentemente banali non nascondano patologie più importanti.
A seconda della loro ubicazione le emorroidi vengono divise in :
-Emorroidi Interne : rimangono localizzate all’interno del canale anale, non sono visibili ad occhio nudo e sono generalmente indolori. Durante la defecazione possono uscire all’esterno (prolassare) per poi rientrare spontaneamente. Solo quando il prolasso è completo o si associano a ragadi le emorroidi interne causano dolore.
Emorroidi esterne : sono invece visibili all’ispezione esterna , si evidenziano all’esterno del canale anale, fuoriescono facilmente ed appaiono come protuberanze dure e dolenti.
1.2 Tipologie
In relazione all’entità della patologia le emorroidi vengono classificate in quattro gradi di gravità:
- Emorroidi di I grado: rimangono all’interno dell’ano e per questo sono visibili soltanto all’esame anoscopico. Il paziente si accorge della loro presenza per il sanguinamento, mentre il dolore è spesso assente
- Emorroidi di II grado: normalmente rimangano all’interno e fuoriescono soltanto al momento della defecazione; rientrano spontaneamente, causando sanguinamento e fastidio
- Emorroidi di III grado: prolassano all’esterno in maniera definitiva, tanto da necessitare di un intervento manuale per riposizionarsi all’interno del canale anale, generalmente sono dolorose
- Emorroidi di IV grado: il prolasso e completo e le emorroidi si trovano perennemente all’esterno; non è possibile ricondurle all’interno con la semplice manovra manuale.
1.3 Quali sono i principali fattori di rischio?
-Stitichezza
-Diarrea Cronica
-Invecchiamento
-Sforzo intenso durante l’evacuazione
-Familiarità
-Abuso di Lassativi
-Abuso di Alcool e Nicotina
-Scarsa introduzioni di liquidi
E’ importante sottolineare che :
-ALIMENTAZIONE : una dieta senza scorie favorisce la stitichezza, come anche l’abuso eccessivo di spezie piccanti, ciccolato, insaccati e alcool.
-NON CI SONO RELAZIONI TRA EMERROIDI E CANCRO :
i sintomi delle emorroidi, in particolar modo l’emorragia, sono però simili a quelli del cancro e di altre malattie del colon retto. Perciò è importante che tutti i sintomi siano studiati da un medico esperto nel trattare le malattie del colon-retto.
1.4 I Sintomi sono:
prurito, dolore, emissione di sangue e protrusione all’esterno.
QUALI SONO LE COMPLICAZIONI DELLE EMORROIDI ?
Le complicanze sono: Sanguinamento, Trombosi, Prurito, Prolasso,Gonfiore,Secrezione
Cos’è la Trombosi Emorroidaria?
La trombosi emorroidaria è una delle complicanze più comuni delle emorroidi.
La trombosi consiste nella formazione di un trombo all’interno di un vaso sanguigno, nello specifico in uno dei vasi che irrorano le emorroidi intese come parte anatomica.
La trombosi emorroidaria è una circostanza molto dolorosa, che comporta anche prurito intenso, sanguinamento anale e formazione di una tumefazione di color rosso-bluastro, sempre a livello anale.
Diagnosticare la trombosi emorroidaria è semplice; quasi sempre, infatti, sono sufficienti l’esame obiettivo e l’anamnesi.
Per curare la trombosi emorroidaria, esistono tre approcci terapeutici: il trattamento conservativo, rappresentante la terapia di prima linea, la trombectomia emorroidaria, attuata quando la terapia di prima linea fallisce, e l’emorroidectomia, praticata solo nei casi in cui i due precedenti approcci si sono dimostrati inefficaci.
1.4 Trattementi:
- 1.Legatura elastica (procedura ambulatoriale)
La procedura si esegue per emorroidi di I e II grado.
Consiste nell’inserimento di un piccolo anello elastico alla base dell’emorroide, impedendo il flusso sanguigno.
L’emorroide e l’elastico cadono spontaneamente in alcuni giorni e la ferita guarisce in 1-2 settimane.
Può provocare un lieve disagio e sanguinamento.
- Intervento chirurgico di asportazione secondo Milligan-Morgan
La rimozione chirurgica è il metodo migliore per la rimozione permanente delle emorroidi. Si esegue in anestesia generale o spinale, può richiedere il ricovero e un periodo di inattività.
Si rende necessaria quando:
- le trombosi nelle emorroidi esterne si ripetono;
- la legatura elastica fallisce nel trattare le emorroidi interne;
- le emorroidi prolassate non possono più essere ridotte;
- sussiste un sanguinamento persistente.
Vantaggi: rimuove l’eccesso di tessuto che causa l’emorragia e il prolasso. Quindi presenta meno recidive rispetto alle altre metodiche.
Svantaggi: dolore locale, ferite aperte, sanguinamento, mucorrea (perdita di muco assieme alle feci) per circa 2-3 settimane.
- Intervento chirurgico di emorroidectomia e mucopessi con suturatrice circolare PPH
La procedura si esegue per emorroidi di II e III grado.
Consiste nell’asportazione di un cilindro di mucosa del canale anale e successiva sutura della stessa con serie di agraffes. Questo determina l’asportazione dei gavoccioli emorroidari interni ed un riposizionamento verso l’alto dei cuscinetti emorroidari, con un’interruzione delle arterie afferenti alle emorroidi.
Vantaggi:
- conservazione della cute del bordo anale e della sua sensibilità
- riduzione del dolore postoperatorio (più dell’80% dei pazienti lamenta solo un minimo dolore nelle prime 24-48 ore)
Svantaggi:
- aumento della recidiva
- sanguinamento a distanza di una settimana
- graffette interne persistenti
- aumentato rischio di infezioni
- Intervento chirurgico di dearterializzazione emorroidaria con sonda doppler e mucopessia (THD)
La procedura sii esegue per emorroidi II e III grado sanguinanti.
Consiste nella legatura dei vasi arteriosi che afferiscono ai cuscinetti emorroidari, a cui si aggiunge una pessia della mucosa (sutura a fisarmonica della mucosa anale debordante). La legatura viene fatta sulla guida di una sonda doppler.
Vantaggi:
- minima componente di dolore nel post-operatorio
- minima proctorragia
Svantaggi:
- tenesmo