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Anestesia Epidurale

1. Cos’è l’Epidurale

L’epidurale, o anestesia epidurale, è un tipo di anestesia locale. La sua esecuzione spetta generalmente a un medico anestesista e prevede l’iniezione di anestetici e antidolorifici (o analgesici) a livello del canale spinale della colonna vertebrale, per la precisione nel cosiddetto spazio epidurale.

 

Lo spazio epidurale è lo spazio compreso tra la superficie esterna della dura madre del midollo spinale (N.B: la dura madre è una delle tre meningi del SNC) e la parete ossea interna del canale spinale, formato dai fori vertebrali.

Nello spazio epidurale risiedono vasi linfatici, radici dei nervi spinali, tessuto connettivo lasso, tessuto adiposo, piccole arterie e una rete di plessi venosi.

1.2 Usi

Lo scopo di un’anestesia locale è annullare la sensazione dolorosa in una determinata area anatomica del corpo umano, senza addormentare il paziente.
Nel caso specifico di un’epidurale, lo scopo di quest’ultima è annullare la sensibilità al dolore in buona parte del busto e lungo tutti gli arti inferiori.
Dopo questa doverosa premessa, le circostanze mediche che, per il dolore che producono, richiedono generalmente il ricorso a un’epidurale sono:

  • Un travaglio doloroso, complicato e/o prolungato.
  • Un parto che prevede la nascita di due o più gemelli.
  • Una parto assistito, ossia un parto che richiede, per la nascita del bambino, l’utilizzo del forcipe o della ventosa.
  • Il taglio cesareo.
  • Gli interventi chirurgici al ginocchio, all’anca, alla gabbia toracica e alla schiena, e le operazioni di chirurgia finalizzate all’amputazione di uno o entrambi gli arti inferiori.
  • La presenza di un dolore cronico alla parte inferiore del corpo, dovuto a una malattia terminale. In questi frangenti, l’epidurale rappresenta una cura palliativa.

    Lo scopo di un’anestesia locale è annullare la sensazione dolorosa in una determinata area anatomica del corpo umano, senza addormentare il paziente.
    Nel caso specifico di un’epidurale, lo scopo di quest’ultima è annullare la sensibilità al dolore in buona parte del busto e lungo tutti gli arti inferiori.
    Dopo questa doverosa premessa, le circostanze mediche che, per il dolore che producono, richiedono generalmente il ricorso a un’epidurale sono:

    • Un travaglio doloroso, complicato e/o prolungato.
    • Un parto che prevede la nascita di due o più gemelli.
    • Una parto assistito, ossia un parto che richiede, per la nascita del bambino, l’utilizzo del forcipe o della ventosa.
    • Il taglio cesareo.
    • Gli interventi chirurgici al ginocchio, all’anca, alla gabbia toracica e alla schiena, e le operazioni di chirurgia finalizzate all’amputazione di uno o entrambi gli arti inferiori.
    • La presenza di un dolore cronico alla parte inferiore del corpo, dovuto a una malattia terminale. In questi frangenti, l’epidurale rappresenta una cura palliativa.

1.3 Preparazione

Se l’epidurale fa parte di un intervento chirurgico programmato, il medico raccomanda al futuro paziente che, nel giorno della procedura, deve presentarsi a digiuno da cibi solidi da almeno 6-8 ore e a digiuno da liquidi da almeno 2-3 ore.

1.4 Procedura

Il primo passaggio per l’esecuzione corretta di un’epidurale prevede che il paziente, una volta accomodatosi su un lettino da ospedale, assuma una posizione con la schiena tale da permettere l’iniezione anestetica e analgesica nello spazio epidurale.

Le posizioni che rendono possibile il raggiungimento dello spazio epidurale, mediante gli strumenti per l’infusione farmacologica, sono due: 

  • Posizione seduta, con la schiena piegata in avanti.
  • Posizione distesa su un fianco e con le ginocchia piegate.

Queste due posizioni del corpo favoriscono l’inserimento degli strumenti per l’iniezione, perché “aprono” quegli spazi tra le vertebre, in cui l’anestesista dovrà infondere gli anestetici e gli analgesici.
La fase dedicata al collocamento degli strumenti per l’infusione farmacologica consta di tre momenti:

  • La sterilizzazione del punto d’iniezione. L’anestesista provvede alla sterilizzazione strofinando nella zona d’interesse un piccolo panno o un pezzo di cotone, imbevuto di una soluzione sterilizzante.
  • L’inserimento nel canale spinale, mediante la perforazione della pelle, di un ago-cannula. Un generico ago-cannula è un ago cavo, di discrete dimensioni, che permette il passaggio al suo interno di piccoli tubicini (o cateteri) per l’infusione di farmaci.
  • L’introduzione di un piccolo tubicino di plastica – il cosiddetto catetere epidurale – all’interno dell’ago cannula e il suo collocamento nello spazio epidurale. Il catetere epidurale rappresenta lo strumento per l’infusione degli anestetici e degli analgesici. 
    L’anestesista dà inizio all’iniezione farmacologica soltanto una volta che ha collocato adeguatamente il catetere epidurale.

In genere, dopo qualche minuto dall’inizio dell’infusione farmacologica, l’anestesista testa gli effetti degli anestetici sul paziente, per rendersi conto se tutto sta procedendo in maniera corretta.
Un classico test per la valutazione degli effetti dell’anestesia consiste nello spruzzare una soluzione spray fredda sulle zone anestetizzate e nel chiedere al paziente una descrizione della sensazione.
Nel momento in cui l’infusione farmacologica non è più necessaria (per esempio al termine del taglio cesareo), il medico anestesista interrompe la somministrazione anestetica e analgesica e sfila, prima, il catetere epidurale e, poi, l’ago-cannula.   

1.5 Durata degli Effetti

Gli effetti di un’epidurale durano fintanto che l’anestesista continua a somministrare i farmaci previsti.
Alla conclusione della somministrazione, il senso di intorpidimento, l’insensibilità al dolore e la sensazione di pesantezza alle gambe cominciano a svanire in maniera graduale fino alla completa scomparsa. 
In genere, il paziente deve attendere da 1 a 3 ore, prima che tutto ritorni alla normalità.
Parallelamente alla scomparsa del senso d’intorpidimento ecc, ha luogo anche il progressivo recupero della sensibilità vescicale.

1.6 Dopo un Epidurale

Dopo un’epidurale, il paziente deve osservare un breve periodo di riposo, in posizione seduta o distesa. In genere, si tratta di un riposo della durata di qualche ora.
In quest’arco di tempo, il personale medico offre la massima assistenza al paziente e ne monitora periodicamente i parametri vitali (pressione sanguigna, battito cardiaco, temperatura corporea ecc).
Se il paziente lamenta un fastidioso dolore a livello della zona d’inserzione dell’ago-cannula, il medico potrebbe ricorrere all’impiego di antidolorifici, come per esempio il paracetamolo.

 

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