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Prostatectomia Radicale

1. Prostatectomia Radicale

La prostatectomia radicale è l’operazione chirurgica di rimozione totale della prostata, ghiandola che secerne una componente fondamentale del liquido seminale.

La prostatectomia radicale è seguibile con un intervento di chirurgia tradizionale o in laparoscopia, tale operazione costituisce il trattamento d’elezione per la cura del tumore alla prostata.

La prostatectomia si esegue in anestesia generale, pertanto, per ridurre al minimo il rischio complicazioni, il paziente deve attenersi alla lettera ad alcune raccomandazioni pre-operatorie.

Conclusa l’operazione, sono previsti generalmente: un ricovero di 3-5 giorni, l’uso di cateteri vescicali per almeno tre settimane e alcune sedute di radioterapia.

Per accorgersi tempestivamente di eventuali recidive, è opportuno che la persona operata si sottoponga a controlli periodici.

1.2 Segni e sintomi del tumore alla prostata

  • Difficoltà a urinare
  • Stimolo frequente a urinare, specie alla notte
  • Difficoltà a mantenere un flusso costante di urina
  • Dolore e bruciore durante la minzione
  • Sangue nelle urine e nello sperma
  • Disfunzione erettile
  • Eiaculazione dolorosa
  • Fastidio a livello della zona pelvica
  • Stanchezza, perdita di appetito e malessere generale
  • Dolore a schiena, fianchi e bacino

1.3 Preparazione

La prostatectomia radicale è un intervento chirurgico che prevede l’anestesia generale. Pertanto, prima della sua esecuzione, bisogna sottoporre l’individuo da operare ai seguenti controlli clinici:

  • Esame obiettivo accurato
  • Analisi del sangue completa
  • Elettrocardiogramma
  • Valutazione della storia clinica (malattie sofferte in passato, eventuali allergie a farmaci anestetici, medicinali assunti al momento dei controlli ecc).

Se non emergono controindicazioni di alcun genere, il chirurgo operante (o un membro del suo staff) illustrerà le modalità d’intervento, i possibili rischi, le raccomandazioni pre- e post-operatorie e, infine, i tempi di recupero.

1.4 Prostatectomia Radicale tradizionale

La prostatectomia radicale “a cielo aperto” prevede l’esecuzione di una sola grande incisione cutanea, o a livello del basso ventre o a livello del perineo (cioè tra scroto e ano).
Se il chirurgo opta per incidere il basso ventre, si parla di approccio retropubico o prostatectomia radicale retropubica; se invece opta per incidere il perineo, si parla di approccio perineale o prostatectomia radicale perineale.
Dall’apertura conseguente l’incisione, il chirurgo recide la prostata e la estrae; dopodiché ricollega ciò che rimane dell’uretra alla vescica e richiude l’apertura sull’addome (o sul perineo) con dei punti di sutura.
Se i linfonodi addominali dovessero essere stati intaccati dal tumore (o c’è soltanto il sospetto che lo siano), vengono opportunamente rimossi anche loro, ma con un’altra incisione a livello addominale.

1.5 Prostatectomia Radicale laparoscopica

Durante la prostatectomia radicale laparoscopica, il chirurgo effettua, sul basso ventre, delle piccole incisioni di circa un centimetro; attraverso tali incisioni, introduce la strumentazione chirurgica per orientarsi all’interno dell’addome (laparoscopio) e per recidere la prostata (bisturi). Estratta la prostata, ricollega l’uretra rimanente alla vescica e ricuce le piccole incisioni.

1.6 Fase Post-Operatoria

A conclusione dell’intervento, è previsto un ricovero di 3-5 giorni, durante il quale chirurgo operante e il personale ospedaliero monitorano, passo per passo, le condizioni del paziente.
Per almeno tre settimane, l’individuo operato deve ricorrere al cateterismo vescicale per eliminare le urine. Pertanto, un membro qualificato dello staff medico si occuperà di insegnargli come svolgere tale operazione in autonomia.

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