La diverticolosi: solitamente asintomatica, viene diagnosticata per mezzo di una colonscopia o tramite esami radiologici (TC addome, clisma opaco).
Aumentando la quantità di fibra alimentare (cereali, legumi, verdure, ecc) si riduce la pressione nel colon e si può ridurre il rischio di complicazioni dovute
alla malattia diverticolare.
La diverticolite: richiede una gestione diversa. I casi lievi possono essere trattati con antibiotici per via orale e restrizioni nella dieta. I casi più gravi richiedono l’ospedalizzazione con antibiotici per via endovenosa e restrizioni nella dieta. La maggior parte degli attacchi acuti possono essere risolti in questo modo. Il trattamento chirurgico viene riservato ai pazienti con attacchi ripetuti, casi severi o complicati e quando si avverte una debole risposta o, addirittura, nessun miglioramento dopo la terapia medica. La chirurgia può essere necessaria anche in individui con un singolo episodio di sanguinamento grave o con episodi ricorrenti di sanguinamento.
Il trattamento chirurgico per la diverticolite ha lo scopo di rimuovere la parte malata del colon, più comunemente il colon sinistro o il sigma. Spesso il colon è riagganciato (o “anastomizzato”) di nuovo al retto. In questi casi ci si può aspettare un recupero completo. La normale funzione intestinale riprende di solito in circa tre settimane. In alcuni casi più gravi invece, che richiedono un intervento chirurgico in emergenza, è necessario ricorrere al confezionamento di una colostomia temporanea (creazione di un ano artificiale abboccando il colon alla cute). E’ consigliabile pertanto, al fine di evitare complicazioni, consultare in tempo utile un medico nel caso in cui insorgano i primi sintomi addominali.